
DAZI USA: UNA MINACCIA CONCRETA
09/05/25

DAZI USA: UNA MINACCIA CONCRETA
09/05/25

DAZI USA: UNA MINACCIA CONCRETA
09/05/25
L’industria della pasta, autentico simbolo del Made in Italy agroalimentare, si trova sotto una grave minaccia a causa dell'introduzione di potenziali dazi doganali da parte degli Stati Uniti sulle importazioni agroalimentari italiane. Questa misura protezionistica, inserita in un contesto di più ampie tensioni commerciali transatlantiche, rischia di penalizzare severamente un settore vitale per l'economia nazionale e profondamente legato all'identità culturale italiana.
L'impatto economico previsto è allarmante. Secondo le stime di Confcooperative, l'export di pasta verso il cruciale mercato USA, che attualmente vale circa 805 milioni di euro, potrebbe subire una drastica contrazione, quantificata tra il 15% e il 30%. Le perdite stimate per l'intero settore agroalimentare italiano, considerate le possibili ricadute anche su altri prodotti colpiti, potrebbero raggiungere la considerevole cifra di 2 miliardi di euro.
Questo scenario colpisce in modo particolarmente duro le piccole e medie imprese, che costituiscono l'ossatura portante della filiera produttiva italiana e che, purtroppo, dispongono di minori risorse per assorbire l'aumento dei costi imposto dai dazi o per diversificare rapidamente su altri mercati. L'effetto sarebbe amplificato in regioni a forte vocazione produttiva pastaria, come l'Emilia-Romagna e la Puglia, dove il settore rappresenta una parte significativa dell'economia locale e dell'occupazione.
Le conseguenze vanno oltre l'aspetto puramente economico, generando gravi ripercussioni sul fronte occupazionale lungo tutta la filiera – dall'agricoltura alla trasformazione – e minando la posizione strategica dell'Italia nell'export globale. L'indebolimento di un settore simbolo danneggia l'intero sistema export italiano.
Un rischio aggiuntivo è il potenziale rafforzamento del fenomeno dell’“Italian Sounding”. Prodotti esteri di qualità inferiore, che imitano grossolanamente la pasta italiana autentica, potrebbero approfittare dell’aumento dei prezzi causato dai dazi per guadagnare quote di mercato, a danno dell'autenticità e della reputazione del Made in Italy.
La filiera pastaria mostra anche una certa vulnerabilità legata alla dipendenza, seppur parziale, dall'importazione di grano duro, aspetto che richiede anch'esso attenzione strategica in un contesto globale instabile.
Di fronte a questa minaccia, si rende indispensabile e urgente una risposta coordinata a livello europeo. Solo un'azione congiunta dell'UE può esercitare la necessaria pressione diplomatica e negoziale per tutelare l'inestimabile valore del Made in Italy e preservare la posizione competitiva della pasta italiana nei mercati globali, difendendola da barriere commerciali inique e garantendo la stabilità e la prevedibilità necessarie per la sua crescita futura. La difesa della pasta italiana è la difesa di un patrimonio economico e culturale strategico per l'Italia.
L’industria della pasta, autentico simbolo del Made in Italy agroalimentare, si trova sotto una grave minaccia a causa dell'introduzione di potenziali dazi doganali da parte degli Stati Uniti sulle importazioni agroalimentari italiane. Questa misura protezionistica, inserita in un contesto di più ampie tensioni commerciali transatlantiche, rischia di penalizzare severamente un settore vitale per l'economia nazionale e profondamente legato all'identità culturale italiana.
L'impatto economico previsto è allarmante. Secondo le stime di Confcooperative, l'export di pasta verso il cruciale mercato USA, che attualmente vale circa 805 milioni di euro, potrebbe subire una drastica contrazione, quantificata tra il 15% e il 30%. Le perdite stimate per l'intero settore agroalimentare italiano, considerate le possibili ricadute anche su altri prodotti colpiti, potrebbero raggiungere la considerevole cifra di 2 miliardi di euro.
Questo scenario colpisce in modo particolarmente duro le piccole e medie imprese, che costituiscono l'ossatura portante della filiera produttiva italiana e che, purtroppo, dispongono di minori risorse per assorbire l'aumento dei costi imposto dai dazi o per diversificare rapidamente su altri mercati. L'effetto sarebbe amplificato in regioni a forte vocazione produttiva pastaria, come l'Emilia-Romagna e la Puglia, dove il settore rappresenta una parte significativa dell'economia locale e dell'occupazione.
Le conseguenze vanno oltre l'aspetto puramente economico, generando gravi ripercussioni sul fronte occupazionale lungo tutta la filiera – dall'agricoltura alla trasformazione – e minando la posizione strategica dell'Italia nell'export globale. L'indebolimento di un settore simbolo danneggia l'intero sistema export italiano.
Un rischio aggiuntivo è il potenziale rafforzamento del fenomeno dell’“Italian Sounding”. Prodotti esteri di qualità inferiore, che imitano grossolanamente la pasta italiana autentica, potrebbero approfittare dell’aumento dei prezzi causato dai dazi per guadagnare quote di mercato, a danno dell'autenticità e della reputazione del Made in Italy.
La filiera pastaria mostra anche una certa vulnerabilità legata alla dipendenza, seppur parziale, dall'importazione di grano duro, aspetto che richiede anch'esso attenzione strategica in un contesto globale instabile.
Di fronte a questa minaccia, si rende indispensabile e urgente una risposta coordinata a livello europeo. Solo un'azione congiunta dell'UE può esercitare la necessaria pressione diplomatica e negoziale per tutelare l'inestimabile valore del Made in Italy e preservare la posizione competitiva della pasta italiana nei mercati globali, difendendola da barriere commerciali inique e garantendo la stabilità e la prevedibilità necessarie per la sua crescita futura. La difesa della pasta italiana è la difesa di un patrimonio economico e culturale strategico per l'Italia.
L’industria della pasta, autentico simbolo del Made in Italy agroalimentare, si trova sotto una grave minaccia a causa dell'introduzione di potenziali dazi doganali da parte degli Stati Uniti sulle importazioni agroalimentari italiane. Questa misura protezionistica, inserita in un contesto di più ampie tensioni commerciali transatlantiche, rischia di penalizzare severamente un settore vitale per l'economia nazionale e profondamente legato all'identità culturale italiana.
L'impatto economico previsto è allarmante. Secondo le stime di Confcooperative, l'export di pasta verso il cruciale mercato USA, che attualmente vale circa 805 milioni di euro, potrebbe subire una drastica contrazione, quantificata tra il 15% e il 30%. Le perdite stimate per l'intero settore agroalimentare italiano, considerate le possibili ricadute anche su altri prodotti colpiti, potrebbero raggiungere la considerevole cifra di 2 miliardi di euro.
Questo scenario colpisce in modo particolarmente duro le piccole e medie imprese, che costituiscono l'ossatura portante della filiera produttiva italiana e che, purtroppo, dispongono di minori risorse per assorbire l'aumento dei costi imposto dai dazi o per diversificare rapidamente su altri mercati. L'effetto sarebbe amplificato in regioni a forte vocazione produttiva pastaria, come l'Emilia-Romagna e la Puglia, dove il settore rappresenta una parte significativa dell'economia locale e dell'occupazione.
Le conseguenze vanno oltre l'aspetto puramente economico, generando gravi ripercussioni sul fronte occupazionale lungo tutta la filiera – dall'agricoltura alla trasformazione – e minando la posizione strategica dell'Italia nell'export globale. L'indebolimento di un settore simbolo danneggia l'intero sistema export italiano.
Un rischio aggiuntivo è il potenziale rafforzamento del fenomeno dell’“Italian Sounding”. Prodotti esteri di qualità inferiore, che imitano grossolanamente la pasta italiana autentica, potrebbero approfittare dell’aumento dei prezzi causato dai dazi per guadagnare quote di mercato, a danno dell'autenticità e della reputazione del Made in Italy.
La filiera pastaria mostra anche una certa vulnerabilità legata alla dipendenza, seppur parziale, dall'importazione di grano duro, aspetto che richiede anch'esso attenzione strategica in un contesto globale instabile.
Di fronte a questa minaccia, si rende indispensabile e urgente una risposta coordinata a livello europeo. Solo un'azione congiunta dell'UE può esercitare la necessaria pressione diplomatica e negoziale per tutelare l'inestimabile valore del Made in Italy e preservare la posizione competitiva della pasta italiana nei mercati globali, difendendola da barriere commerciali inique e garantendo la stabilità e la prevedibilità necessarie per la sua crescita futura. La difesa della pasta italiana è la difesa di un patrimonio economico e culturale strategico per l'Italia.



