PRINCISGRAS

Animelle di vitello, Prosciutto crudo, Tartufo nero, Panna

Difficile

Marche

110 min

920 Kcal

PRINCISGRAS

Animelle di vitello, Prosciutto crudo, Tartufo nero, Panna

Difficile

Marche

110 min

920 Kcal

PRINCISGRAS

Animelle di vitello, Prosciutto crudo, Tartufo nero, Panna

Difficile

Marche

110 min

920 Kcal

GENESI

Il Princisgras non è un piatto contadino, ma un autentico reperto archeologico della cucina dell'Ancien Régime nelle Marche. La sua origine è documentata con precisione e autorevolezza: è una creazione di Antonio Nebbia, cuoco professionista al servizio di casate nobiliari di Macerata, che la incluse nel suo celebre trattato Il Cuoco Maceratese del 1786. Questo piatto, nella sua forma originale, è un testimone eloquente dell'influenza culinaria francese dell'epoca, caratterizzato da una salsa ricca e complessa, a base di panna e priva di pomodoro, ingrediente che si sarebbe diffuso su larga scala solo nel secolo successivo.

Il "riconoscimento scritto" è qui nella sua forma più inoppugnabile: un documento storico primario che ne descrive la preparazione.  L'analisi di questa ricetta originale permette una vera e propria ricostruzione archeologica. La pasta è una semplice sfoglia di farina e uova. È la salsa a definire il carattere aristocratico del piatto: un elaborato condimento che inizia con lo sbianchire le animelle di vitello, prosegue con un soffritto di prosciutto e cipolla, e si arricchisce con l'aggiunta delle stesse animelle, panna fresca (

foglia e mezza di latte stemperato con farina nella ricetta originale) e, infine, scaglie di tartufo.
L'assemblaggio avviene in una tortiera, strato dopo strato, e si discosta dalla forma rettangolare della lasagna moderna, spesso con una decorazione a croce di guanciale sulla superficie.

L'estinzione del Princisgras è una conseguenza diretta dell'evoluzione culinaria e dei mutamenti socio-economici. Il piatto originale è una preparazione "in bianco", sontuosa, basata su frattaglie nobili (le animelle), panna e tartufi. Il suo nome stesso è probabilmente un'italianizzazione del cognome del generale austriaco Alfred von Windisch-Grätz, legando il piatto a un preciso momento storico. Nel corso del XIX e XX secolo, la cucina italiana subì una profonda trasformazione, orientandosi decisamente verso l'uso del pomodoro. Il moderno

Vincisgrassi, oggi tutelato come Specialità Tradizionale Garantita (STG), è l'erede diretto di questa evoluzione: il suo cuore è un ricco ragù di carni miste a base di pomodoro. Questo cambiamento riflette il declino dell'egemonia culinaria francese, l'affermazione di una cucina nazionale più "italiana", la maggiore disponibilità e accessibilità del pomodoro rispetto a tartufi e animelle, e un generale mutamento del gusto. Pertanto, il

Princisgras non è semplicemente scomparso; è stato superato e trasformato nel suo discendente. La sua estinzione è un caso di evoluzione, dove la specie originale non si trova più, ma il suo DNA sopravvive nella progenie.

E’ la versione storica "in bianco", l'antenato nobile dei più moderni Vincisgrassi al pomodoro.

PARTI (4 PErsone)

PER LA PASTA

Farina 00
Uova intere

300 gr
3

PER IL CONDIMENTO

Animelle di vitello
Prosciutto crudo
Tartufo nero fresco
Panna fresca liquida
Latte intero
Burro
Farina
Cipolla
Parmigiano Reggiano
Noce moscata
Sale
Pepe

200 gr
150 gr
100 gr
250 ml
250 ml
50 gr
40 gr
1/2
q.b
q.b
q.b
q.b

ALLESTIMENTO

  1. Per la pasta fresca:
    Impasta la farina con le uova fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Lascialo riposare per 30 minuti, poi tira una sfoglia non troppo sottile e tagliala in quadrati o rettangoli.

  2. Per il condimento:
    Per prima cosa, prepara le animelle: sbollentale in acqua leggermente salata per circa 5 minuti per sbianchirle. Scolale, passale in acqua fredda e rimuovi delicatamente la pellicina esterna e le parti più dure. Tagliale a pezzetti.
    In una casseruola, sciogli parte del burro e aggiungi il trito di cipolla e il prosciutto a dadini. Fai soffriggere dolcemente. In un'altra pentola, prepara una sorta di besciamella densa: scalda il latte con un pizzico di sale e noce moscata. A parte, sciogli 30 gr di burro, unisci la farina per creare un "roux" e poi versa lentamente il latte caldo, mescolando con una frusta per evitare grumi. Fai cuocere per circa 10 minuti finché la salsa si addensa.
    Unisci il soffritto di prosciutto e cipolla alla besciamella. Aggiungi le animelle a pezzetti e il tartufo nero tagliato a fettine sottili. Lascia insaporire a fuoco basso per qualche minuto, poi incorpora la panna fresca, mescolando bene. Aggiusta di sale e pepe. La salsa deve risultare ricca e cremosa.

  3. Per l'assemblaggio e la cottura:
    Lessa i fogli di pasta in abbondante acqua salata per un paio di minuti, scolali e passali velocemente in acqua fredda per fermare la cottura. Asciugali su un canovaccio.
    Imburra una teglia e stendi un primo strato di salsa. Adagia uno strato di pasta, copri con abbondante salsa e una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano. Continua ad alternare gli strati fino a esaurire gli ingredienti, terminando con uno strato di salsa, fiocchetti di burro e Parmigiano.
    Inforna in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 20-25 minuti, o finché la superficie non avrà formato una crosticina dorata e croccante. Lascia riposare qualche minuto prima di servire.

suggerimento

  • Per un tocco filologico, utilizza una tortiera rotonda come previsto dalla ricetta originale del Nebbia.

  • La qualità degli ingredienti è fondamentale: cerca animelle freschissime e un tartufo nero di ottima qualità per rendere onore al carattere aristocratico del piatto.

  • Un tempo, la superficie veniva spesso decorata con una croce di guanciale prima della cottura, un'aggiunta che puoi sperimentare.

  • Il riposo di qualche minuto fuori dal forno prima di servire è essenziale per far assestare gli strati e i sapori.

GENESI

Il Princisgras non è un piatto contadino, ma un autentico reperto archeologico della cucina dell'Ancien Régime nelle Marche. La sua origine è documentata con precisione e autorevolezza: è una creazione di Antonio Nebbia, cuoco professionista al servizio di casate nobiliari di Macerata, che la incluse nel suo celebre trattato Il Cuoco Maceratese del 1786. Questo piatto, nella sua forma originale, è un testimone eloquente dell'influenza culinaria francese dell'epoca, caratterizzato da una salsa ricca e complessa, a base di panna e priva di pomodoro, ingrediente che si sarebbe diffuso su larga scala solo nel secolo successivo.

Il "riconoscimento scritto" è qui nella sua forma più inoppugnabile: un documento storico primario che ne descrive la preparazione.  L'analisi di questa ricetta originale permette una vera e propria ricostruzione archeologica. La pasta è una semplice sfoglia di farina e uova. È la salsa a definire il carattere aristocratico del piatto: un elaborato condimento che inizia con lo sbianchire le animelle di vitello, prosegue con un soffritto di prosciutto e cipolla, e si arricchisce con l'aggiunta delle stesse animelle, panna fresca (

foglia e mezza di latte stemperato con farina nella ricetta originale) e, infine, scaglie di tartufo.
L'assemblaggio avviene in una tortiera, strato dopo strato, e si discosta dalla forma rettangolare della lasagna moderna, spesso con una decorazione a croce di guanciale sulla superficie.

L'estinzione del Princisgras è una conseguenza diretta dell'evoluzione culinaria e dei mutamenti socio-economici. Il piatto originale è una preparazione "in bianco", sontuosa, basata su frattaglie nobili (le animelle), panna e tartufi. Il suo nome stesso è probabilmente un'italianizzazione del cognome del generale austriaco Alfred von Windisch-Grätz, legando il piatto a un preciso momento storico. Nel corso del XIX e XX secolo, la cucina italiana subì una profonda trasformazione, orientandosi decisamente verso l'uso del pomodoro. Il moderno

Vincisgrassi, oggi tutelato come Specialità Tradizionale Garantita (STG), è l'erede diretto di questa evoluzione: il suo cuore è un ricco ragù di carni miste a base di pomodoro. Questo cambiamento riflette il declino dell'egemonia culinaria francese, l'affermazione di una cucina nazionale più "italiana", la maggiore disponibilità e accessibilità del pomodoro rispetto a tartufi e animelle, e un generale mutamento del gusto. Pertanto, il

Princisgras non è semplicemente scomparso; è stato superato e trasformato nel suo discendente. La sua estinzione è un caso di evoluzione, dove la specie originale non si trova più, ma il suo DNA sopravvive nella progenie.

E’ la versione storica "in bianco", l'antenato nobile dei più moderni Vincisgrassi al pomodoro.

PARTI (4 PErsone)

PER LA PASTA

Farina 00
Uova intere

300 gr
3

PER IL CONDIMENTO

Animelle di vitello
Prosciutto crudo
Tartufo nero fresco
Panna fresca liquida
Latte intero
Burro
Farina
Cipolla
Parmigiano Reggiano
Noce moscata
Sale
Pepe

200 gr
150 gr
100 gr
250 ml
250 ml
50 gr
40 gr
1/2
q.b
q.b
q.b
q.b

ALLESTIMENTO

  1. Per la pasta fresca:
    Impasta la farina con le uova fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Lascialo riposare per 30 minuti, poi tira una sfoglia non troppo sottile e tagliala in quadrati o rettangoli.

  2. Per il condimento:
    Per prima cosa, prepara le animelle: sbollentale in acqua leggermente salata per circa 5 minuti per sbianchirle. Scolale, passale in acqua fredda e rimuovi delicatamente la pellicina esterna e le parti più dure. Tagliale a pezzetti.
    In una casseruola, sciogli parte del burro e aggiungi il trito di cipolla e il prosciutto a dadini. Fai soffriggere dolcemente. In un'altra pentola, prepara una sorta di besciamella densa: scalda il latte con un pizzico di sale e noce moscata. A parte, sciogli 30 gr di burro, unisci la farina per creare un "roux" e poi versa lentamente il latte caldo, mescolando con una frusta per evitare grumi. Fai cuocere per circa 10 minuti finché la salsa si addensa.
    Unisci il soffritto di prosciutto e cipolla alla besciamella. Aggiungi le animelle a pezzetti e il tartufo nero tagliato a fettine sottili. Lascia insaporire a fuoco basso per qualche minuto, poi incorpora la panna fresca, mescolando bene. Aggiusta di sale e pepe. La salsa deve risultare ricca e cremosa.

  3. Per l'assemblaggio e la cottura:
    Lessa i fogli di pasta in abbondante acqua salata per un paio di minuti, scolali e passali velocemente in acqua fredda per fermare la cottura. Asciugali su un canovaccio.
    Imburra una teglia e stendi un primo strato di salsa. Adagia uno strato di pasta, copri con abbondante salsa e una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano. Continua ad alternare gli strati fino a esaurire gli ingredienti, terminando con uno strato di salsa, fiocchetti di burro e Parmigiano.
    Inforna in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 20-25 minuti, o finché la superficie non avrà formato una crosticina dorata e croccante. Lascia riposare qualche minuto prima di servire.

suggerimento

  • Per un tocco filologico, utilizza una tortiera rotonda come previsto dalla ricetta originale del Nebbia.

  • La qualità degli ingredienti è fondamentale: cerca animelle freschissime e un tartufo nero di ottima qualità per rendere onore al carattere aristocratico del piatto.

  • Un tempo, la superficie veniva spesso decorata con una croce di guanciale prima della cottura, un'aggiunta che puoi sperimentare.

  • Il riposo di qualche minuto fuori dal forno prima di servire è essenziale per far assestare gli strati e i sapori.

GENESI

Il Princisgras non è un piatto contadino, ma un autentico reperto archeologico della cucina dell'Ancien Régime nelle Marche. La sua origine è documentata con precisione e autorevolezza: è una creazione di Antonio Nebbia, cuoco professionista al servizio di casate nobiliari di Macerata, che la incluse nel suo celebre trattato Il Cuoco Maceratese del 1786. Questo piatto, nella sua forma originale, è un testimone eloquente dell'influenza culinaria francese dell'epoca, caratterizzato da una salsa ricca e complessa, a base di panna e priva di pomodoro, ingrediente che si sarebbe diffuso su larga scala solo nel secolo successivo.

Il "riconoscimento scritto" è qui nella sua forma più inoppugnabile: un documento storico primario che ne descrive la preparazione.  L'analisi di questa ricetta originale permette una vera e propria ricostruzione archeologica. La pasta è una semplice sfoglia di farina e uova. È la salsa a definire il carattere aristocratico del piatto: un elaborato condimento che inizia con lo sbianchire le animelle di vitello, prosegue con un soffritto di prosciutto e cipolla, e si arricchisce con l'aggiunta delle stesse animelle, panna fresca (

foglia e mezza di latte stemperato con farina nella ricetta originale) e, infine, scaglie di tartufo.
L'assemblaggio avviene in una tortiera, strato dopo strato, e si discosta dalla forma rettangolare della lasagna moderna, spesso con una decorazione a croce di guanciale sulla superficie.

L'estinzione del Princisgras è una conseguenza diretta dell'evoluzione culinaria e dei mutamenti socio-economici. Il piatto originale è una preparazione "in bianco", sontuosa, basata su frattaglie nobili (le animelle), panna e tartufi. Il suo nome stesso è probabilmente un'italianizzazione del cognome del generale austriaco Alfred von Windisch-Grätz, legando il piatto a un preciso momento storico. Nel corso del XIX e XX secolo, la cucina italiana subì una profonda trasformazione, orientandosi decisamente verso l'uso del pomodoro. Il moderno

Vincisgrassi, oggi tutelato come Specialità Tradizionale Garantita (STG), è l'erede diretto di questa evoluzione: il suo cuore è un ricco ragù di carni miste a base di pomodoro. Questo cambiamento riflette il declino dell'egemonia culinaria francese, l'affermazione di una cucina nazionale più "italiana", la maggiore disponibilità e accessibilità del pomodoro rispetto a tartufi e animelle, e un generale mutamento del gusto. Pertanto, il

Princisgras non è semplicemente scomparso; è stato superato e trasformato nel suo discendente. La sua estinzione è un caso di evoluzione, dove la specie originale non si trova più, ma il suo DNA sopravvive nella progenie.

E’ la versione storica "in bianco", l'antenato nobile dei più moderni Vincisgrassi al pomodoro.

PARTI (4 PErsone)

PER LA PASTA

Farina 00
Uova intere

300 gr
3

PER IL CONDIMENTO

Animelle di vitello
Prosciutto crudo
Tartufo nero fresco
Panna fresca liquida
Latte intero
Burro
Farina
Cipolla
Parmigiano Reggiano
Noce moscata
Sale
Pepe

200 gr
150 gr
100 gr
250 ml
250 ml
50 gr
40 gr
1/2
q.b
q.b
q.b
q.b

ALLESTIMENTO

  1. Per la pasta fresca:
    Impasta la farina con le uova fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Lascialo riposare per 30 minuti, poi tira una sfoglia non troppo sottile e tagliala in quadrati o rettangoli.

  2. Per il condimento:
    Per prima cosa, prepara le animelle: sbollentale in acqua leggermente salata per circa 5 minuti per sbianchirle. Scolale, passale in acqua fredda e rimuovi delicatamente la pellicina esterna e le parti più dure. Tagliale a pezzetti.
    In una casseruola, sciogli parte del burro e aggiungi il trito di cipolla e il prosciutto a dadini. Fai soffriggere dolcemente. In un'altra pentola, prepara una sorta di besciamella densa: scalda il latte con un pizzico di sale e noce moscata. A parte, sciogli 30 gr di burro, unisci la farina per creare un "roux" e poi versa lentamente il latte caldo, mescolando con una frusta per evitare grumi. Fai cuocere per circa 10 minuti finché la salsa si addensa.
    Unisci il soffritto di prosciutto e cipolla alla besciamella. Aggiungi le animelle a pezzetti e il tartufo nero tagliato a fettine sottili. Lascia insaporire a fuoco basso per qualche minuto, poi incorpora la panna fresca, mescolando bene. Aggiusta di sale e pepe. La salsa deve risultare ricca e cremosa.

  3. Per l'assemblaggio e la cottura:
    Lessa i fogli di pasta in abbondante acqua salata per un paio di minuti, scolali e passali velocemente in acqua fredda per fermare la cottura. Asciugali su un canovaccio.
    Imburra una teglia e stendi un primo strato di salsa. Adagia uno strato di pasta, copri con abbondante salsa e una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano. Continua ad alternare gli strati fino a esaurire gli ingredienti, terminando con uno strato di salsa, fiocchetti di burro e Parmigiano.
    Inforna in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 20-25 minuti, o finché la superficie non avrà formato una crosticina dorata e croccante. Lascia riposare qualche minuto prima di servire.

suggerimento

  • Per un tocco filologico, utilizza una tortiera rotonda come previsto dalla ricetta originale del Nebbia.

  • La qualità degli ingredienti è fondamentale: cerca animelle freschissime e un tartufo nero di ottima qualità per rendere onore al carattere aristocratico del piatto.

  • Un tempo, la superficie veniva spesso decorata con una croce di guanciale prima della cottura, un'aggiunta che puoi sperimentare.

  • Il riposo di qualche minuto fuori dal forno prima di servire è essenziale per far assestare gli strati e i sapori.