TAJARIN AL TARTUFO

Farina 00, Tuorli d'uovo, Burro, Tartufo bianco o nero, Parmigiano Reggiano.

Facile

Piemonte

50 min

580 Kcal

TAJARIN AL TARTUFO

Farina 00, Tuorli d'uovo, Burro, Tartufo bianco o nero, Parmigiano Reggiano.

Facile

Piemonte

50 min

580 Kcal

TAJARIN AL TARTUFO

Farina 00, Tuorli d'uovo, Burro, Tartufo bianco o nero, Parmigiano Reggiano.

Facile

Piemonte

50 min

580 Kcal

GENESI

I tajarin al tartufo rappresentano uno dei piatti più iconici e raffinati della cucina piemontese, un vero e proprio simbolo di un territorio ricco di eccellenze gastronomiche. La loro storia è strettamente legata alla cultura contadina delle Langhe, dove la pasta all'uovo, fatta in casa con grande maestria, era un alimento fondamentale. I tajarin, in particolare, si distinguono per la loro sottigliezza quasi impalpabile, frutto di un impasto ricco di tuorli, che conferisce alla pasta un colore giallo intenso e una consistenza vellutata. Tradizionalmente venivano preparati per le occasioni speciali, le domeniche e i giorni di festa, data la ricchezza degli ingredienti e il lungo lavoro manuale richiesto.

L'abbinamento con il tartufo, sia esso il pregiato tartufo bianco d'Alba o il più diffuso tartufo nero, eleva questo piatto a un livello di sublime raffinatezza. Il tartufo, definito da molti il "diamante della terra", ha una storia millenaria che affonda le radici nell'antica Roma e Grecia, dove era considerato un cibo degli dei. In Piemonte, la raccolta del tartufo divenne una vera e propria arte, affinata nel tempo, con l'impiego di cani addestrati, in sostituzione dei maiali, per la ricerca di questi preziosi tuberi sotterranei.

Nel Seicento, il consumo di tartufo in Piemonte divenne particolarmente rilevante, probabilmente per imitare le abitudini culinarie della nobiltà francese, che già ne faceva largo uso. Re Vittorio Emanuele II era noto per essere un grande estimatore dei tajarin, che spesso gustava con il tartufo. La semplicità del condimento – burro fuso, Parmigiano e una generosa grattata di tartufo fresco – esalta al massimo il sapore e il profumo inconfondibile di questo ingrediente.

PARTI (4 PErsone)

PER LA PASTA

Farina 00
Tuorli (circa 8-9 tuorli)
Sale

350 gr
150 gr
q.b

PER IL CONDIMENTO

Burro di ottima qualità
Parmigiano Reggiano
Tartufo bianco o nero
Sale
Pepe nero

80 gr
50 gr
5-7 gr
q.b
q.b


ALLESTIMENTO

  1. Per la pasta fresca:
    Disponi la farina 00 a fontana su una spianatoia pulita. Crea un ampio incavo al centro e versaci i tuorli. Aggiungi un pizzico di sale. Inizia a impastare delicatamente con una forchetta, incorporando gradualmente la farina dai bordi verso il centro, fino a che i tuorli non avranno assorbito tutta la farina. A questo punto, prosegui impastando a mano per almeno 15-20 minuti, con movimenti energici e costanti, fino a ottenere un impasto liscio, elastico e omogeneo. Dovrà essere piuttosto sodo. Copri l'impasto con della pellicola trasparente e lascialo riposare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti.
    Trascorso il tempo di riposo, riprendi l'impasto e, aiutandoti con un mattarello o una macchina per la pasta, stendi una sfoglia sottilissima, quasi trasparente, ricordando che la sottigliezza è la caratteristica principale dei tajarin. Quando la sfoglia sarà pronta, infarinala leggermente e arrotolala su se stessa senza stringere troppo. Con un coltello affilato, taglia il rotolo a fette sottilissime, di circa 1-2 mm di larghezza. Srotola delicatamente i tajarin ottenuti e disponili su un vassoio leggermente infarinato, formando dei piccoli nidi, per evitare che si attacchino. Lasciali asciugare per qualche minuto.

  2. Per il condimento:
    Mentre l'acqua per la pasta raggiunge il bollore, prepara il condimento. In una padella capiente, a fuoco medio-basso, fai sciogliere il burro a pezzetti che dovrà sciogliersi lentamente senza bruciare, affinché possa assumere un leggero colore dorato e un profumo intenso. Se usi il tartufo nero, ne puoi aggiungere una lamella molto sottile nel burro mentre si scioglie, per intensificarne il profumo. Se utilizzi il pregiato tartufo bianco, non aggiungerlo al burro caldo, poiché il calore eccessivo ne disperderebbe l'aroma. Tieni da parte un mestolino di acqua di cottura della pasta.
    Lessa i tajarin in abbondante acqua salata per 1-2 minuti che, data la loro sottigliezza, cuoceranno molto velocemente. Scolali direttamente nella padella con del burro fuso, aiutandoti con una pinza o una schiumarola. Aggiungi il Parmigiano Reggiano grattugiato e un goccio di acqua di cottura della pasta, mescolando delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti e creare una cremina vellutata che avvolgerà la pasta. Spegni il fuoco.
    Disponi immediatamente i tajarin creando un nido, in ogni piatto. Grattugia abbondante tartufo fresco a lamelle sottili direttamente sopra la pasta utilizzando un affetta tartufi. Se desideri, puoi aggiungere una spolverata di pepe nero macinato fresco.

suggerimento

  • Per esaltare al massimo il sapore del tartufo, evita di cuocerlo eccessivamente. Il tartufo bianco, in particolare, va aggiunto sempre a crudo e all'ultimo momento.

  • Per una maggiore cremosità, puoi aggiungere un cucchiaio di panna fresca nel burro fuso prima di unire la pasta.

GENESI

I tajarin al tartufo rappresentano uno dei piatti più iconici e raffinati della cucina piemontese, un vero e proprio simbolo di un territorio ricco di eccellenze gastronomiche. La loro storia è strettamente legata alla cultura contadina delle Langhe, dove la pasta all'uovo, fatta in casa con grande maestria, era un alimento fondamentale. I tajarin, in particolare, si distinguono per la loro sottigliezza quasi impalpabile, frutto di un impasto ricco di tuorli, che conferisce alla pasta un colore giallo intenso e una consistenza vellutata. Tradizionalmente venivano preparati per le occasioni speciali, le domeniche e i giorni di festa, data la ricchezza degli ingredienti e il lungo lavoro manuale richiesto.

L'abbinamento con il tartufo, sia esso il pregiato tartufo bianco d'Alba o il più diffuso tartufo nero, eleva questo piatto a un livello di sublime raffinatezza. Il tartufo, definito da molti il "diamante della terra", ha una storia millenaria che affonda le radici nell'antica Roma e Grecia, dove era considerato un cibo degli dei. In Piemonte, la raccolta del tartufo divenne una vera e propria arte, affinata nel tempo, con l'impiego di cani addestrati, in sostituzione dei maiali, per la ricerca di questi preziosi tuberi sotterranei.

Nel Seicento, il consumo di tartufo in Piemonte divenne particolarmente rilevante, probabilmente per imitare le abitudini culinarie della nobiltà francese, che già ne faceva largo uso. Re Vittorio Emanuele II era noto per essere un grande estimatore dei tajarin, che spesso gustava con il tartufo. La semplicità del condimento – burro fuso, Parmigiano e una generosa grattata di tartufo fresco – esalta al massimo il sapore e il profumo inconfondibile di questo ingrediente.

PARTI (4 PErsone)

PER LA PASTA

Farina 00
Tuorli (circa 8-9 tuorli)
Sale

350 gr
150 gr
q.b

PER IL CONDIMENTO

Burro di ottima qualità
Parmigiano Reggiano
Tartufo bianco o nero
Sale
Pepe nero

80 gr
50 gr
5-7 gr
q.b
q.b


ALLESTIMENTO

  1. Per la pasta fresca:
    Disponi la farina 00 a fontana su una spianatoia pulita. Crea un ampio incavo al centro e versaci i tuorli. Aggiungi un pizzico di sale. Inizia a impastare delicatamente con una forchetta, incorporando gradualmente la farina dai bordi verso il centro, fino a che i tuorli non avranno assorbito tutta la farina. A questo punto, prosegui impastando a mano per almeno 15-20 minuti, con movimenti energici e costanti, fino a ottenere un impasto liscio, elastico e omogeneo. Dovrà essere piuttosto sodo. Copri l'impasto con della pellicola trasparente e lascialo riposare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti.
    Trascorso il tempo di riposo, riprendi l'impasto e, aiutandoti con un mattarello o una macchina per la pasta, stendi una sfoglia sottilissima, quasi trasparente, ricordando che la sottigliezza è la caratteristica principale dei tajarin. Quando la sfoglia sarà pronta, infarinala leggermente e arrotolala su se stessa senza stringere troppo. Con un coltello affilato, taglia il rotolo a fette sottilissime, di circa 1-2 mm di larghezza. Srotola delicatamente i tajarin ottenuti e disponili su un vassoio leggermente infarinato, formando dei piccoli nidi, per evitare che si attacchino. Lasciali asciugare per qualche minuto.

  2. Per il condimento:
    Mentre l'acqua per la pasta raggiunge il bollore, prepara il condimento. In una padella capiente, a fuoco medio-basso, fai sciogliere il burro a pezzetti che dovrà sciogliersi lentamente senza bruciare, affinché possa assumere un leggero colore dorato e un profumo intenso. Se usi il tartufo nero, ne puoi aggiungere una lamella molto sottile nel burro mentre si scioglie, per intensificarne il profumo. Se utilizzi il pregiato tartufo bianco, non aggiungerlo al burro caldo, poiché il calore eccessivo ne disperderebbe l'aroma. Tieni da parte un mestolino di acqua di cottura della pasta.
    Lessa i tajarin in abbondante acqua salata per 1-2 minuti che, data la loro sottigliezza, cuoceranno molto velocemente. Scolali direttamente nella padella con del burro fuso, aiutandoti con una pinza o una schiumarola. Aggiungi il Parmigiano Reggiano grattugiato e un goccio di acqua di cottura della pasta, mescolando delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti e creare una cremina vellutata che avvolgerà la pasta. Spegni il fuoco.
    Disponi immediatamente i tajarin creando un nido, in ogni piatto. Grattugia abbondante tartufo fresco a lamelle sottili direttamente sopra la pasta utilizzando un affetta tartufi. Se desideri, puoi aggiungere una spolverata di pepe nero macinato fresco.

suggerimento

  • Per esaltare al massimo il sapore del tartufo, evita di cuocerlo eccessivamente. Il tartufo bianco, in particolare, va aggiunto sempre a crudo e all'ultimo momento.

  • Per una maggiore cremosità, puoi aggiungere un cucchiaio di panna fresca nel burro fuso prima di unire la pasta.

GENESI

I tajarin al tartufo rappresentano uno dei piatti più iconici e raffinati della cucina piemontese, un vero e proprio simbolo di un territorio ricco di eccellenze gastronomiche. La loro storia è strettamente legata alla cultura contadina delle Langhe, dove la pasta all'uovo, fatta in casa con grande maestria, era un alimento fondamentale. I tajarin, in particolare, si distinguono per la loro sottigliezza quasi impalpabile, frutto di un impasto ricco di tuorli, che conferisce alla pasta un colore giallo intenso e una consistenza vellutata. Tradizionalmente venivano preparati per le occasioni speciali, le domeniche e i giorni di festa, data la ricchezza degli ingredienti e il lungo lavoro manuale richiesto.

L'abbinamento con il tartufo, sia esso il pregiato tartufo bianco d'Alba o il più diffuso tartufo nero, eleva questo piatto a un livello di sublime raffinatezza. Il tartufo, definito da molti il "diamante della terra", ha una storia millenaria che affonda le radici nell'antica Roma e Grecia, dove era considerato un cibo degli dei. In Piemonte, la raccolta del tartufo divenne una vera e propria arte, affinata nel tempo, con l'impiego di cani addestrati, in sostituzione dei maiali, per la ricerca di questi preziosi tuberi sotterranei.

Nel Seicento, il consumo di tartufo in Piemonte divenne particolarmente rilevante, probabilmente per imitare le abitudini culinarie della nobiltà francese, che già ne faceva largo uso. Re Vittorio Emanuele II era noto per essere un grande estimatore dei tajarin, che spesso gustava con il tartufo. La semplicità del condimento – burro fuso, Parmigiano e una generosa grattata di tartufo fresco – esalta al massimo il sapore e il profumo inconfondibile di questo ingrediente.

PARTI (4 PErsone)

PER LA PASTA

Farina 00
Tuorli (circa 8-9 tuorli)
Sale

350 gr
150 gr
q.b

PER IL CONDIMENTO

Burro di ottima qualità
Parmigiano Reggiano
Tartufo bianco o nero
Sale
Pepe nero

80 gr
50 gr
5-7 gr
q.b
q.b


ALLESTIMENTO

  1. Per la pasta fresca:
    Disponi la farina 00 a fontana su una spianatoia pulita. Crea un ampio incavo al centro e versaci i tuorli. Aggiungi un pizzico di sale. Inizia a impastare delicatamente con una forchetta, incorporando gradualmente la farina dai bordi verso il centro, fino a che i tuorli non avranno assorbito tutta la farina. A questo punto, prosegui impastando a mano per almeno 15-20 minuti, con movimenti energici e costanti, fino a ottenere un impasto liscio, elastico e omogeneo. Dovrà essere piuttosto sodo. Copri l'impasto con della pellicola trasparente e lascialo riposare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti.
    Trascorso il tempo di riposo, riprendi l'impasto e, aiutandoti con un mattarello o una macchina per la pasta, stendi una sfoglia sottilissima, quasi trasparente, ricordando che la sottigliezza è la caratteristica principale dei tajarin. Quando la sfoglia sarà pronta, infarinala leggermente e arrotolala su se stessa senza stringere troppo. Con un coltello affilato, taglia il rotolo a fette sottilissime, di circa 1-2 mm di larghezza. Srotola delicatamente i tajarin ottenuti e disponili su un vassoio leggermente infarinato, formando dei piccoli nidi, per evitare che si attacchino. Lasciali asciugare per qualche minuto.

  2. Per il condimento:
    Mentre l'acqua per la pasta raggiunge il bollore, prepara il condimento. In una padella capiente, a fuoco medio-basso, fai sciogliere il burro a pezzetti che dovrà sciogliersi lentamente senza bruciare, affinché possa assumere un leggero colore dorato e un profumo intenso. Se usi il tartufo nero, ne puoi aggiungere una lamella molto sottile nel burro mentre si scioglie, per intensificarne il profumo. Se utilizzi il pregiato tartufo bianco, non aggiungerlo al burro caldo, poiché il calore eccessivo ne disperderebbe l'aroma. Tieni da parte un mestolino di acqua di cottura della pasta.
    Lessa i tajarin in abbondante acqua salata per 1-2 minuti che, data la loro sottigliezza, cuoceranno molto velocemente. Scolali direttamente nella padella con del burro fuso, aiutandoti con una pinza o una schiumarola. Aggiungi il Parmigiano Reggiano grattugiato e un goccio di acqua di cottura della pasta, mescolando delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti e creare una cremina vellutata che avvolgerà la pasta. Spegni il fuoco.
    Disponi immediatamente i tajarin creando un nido, in ogni piatto. Grattugia abbondante tartufo fresco a lamelle sottili direttamente sopra la pasta utilizzando un affetta tartufi. Se desideri, puoi aggiungere una spolverata di pepe nero macinato fresco.

suggerimento

  • Per esaltare al massimo il sapore del tartufo, evita di cuocerlo eccessivamente. Il tartufo bianco, in particolare, va aggiunto sempre a crudo e all'ultimo momento.

  • Per una maggiore cremosità, puoi aggiungere un cucchiaio di panna fresca nel burro fuso prima di unire la pasta.